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Messaggio Da Shlemiel The Busto's Knig Mar Giu 23, 2009 10:50 pm

Ciò si riferisce solo a un tema fatto a scuola, ma l'ho scritto talmente bene che ne vado più che fiera [soprattutto del secondo] Cool

- Scrivi tanti incipit di romanzo cominciando da una descrizione di un luogo sentito come un’entità organica, anzi demoniaca… Ecco qualche proposta: la città del futuro, l’appartamento di un serial killer, un supermercato all’ora di chiusura, una scuola nel tardo pomeriggio senza studenti. Concludi ogni volta la descrizione dell’ambiente con l’apparizione del personaggio che lo riassume.

[Per adesso, i primi due...]

Anarchy

Una spessa cappa di smog segnava il confine tra la realtà criminale della città e il cielo, ormai lasciato deserto anche dai piccioni che fino a pochi anni prima lo popolavano abbondantemente.
Qualsiasi forma di amministrazione era crollata e ormai da anni si viveva in una situazione di anarchia, in cui tutto e niente era permesso.
L’atmosfera in quella città si era tinta di un orrendo grigio sporco e l’aria era irrespirabile, ma ormai anche la sanità era stata annichilita da quel periodo di crisi di quindi ci anni prima.
Tuttavia, in quel disordine soffocante e claustrofobico, alcune industrie, seppur senza manutenzione, continuavano a funzionare.
La scuola invece era soltanto un ricordo lontano, ora i ragazzi andavano a lavorare o entravano in bande che saccheggiavano quotidianamente i rari negozi e centri commerciali rimasti. Tutti gli altri locali erano frequentati da individui pericolosi, altrimenti completamente distrutti.
Quasi ad ogni angolo c’erano pusher e nei vicoli i loro clienti consumavano le sostanze appena acquistate.
Nel caos, delle urla. Scappava. Era inseguito da alcuni uomini.
Era stato sorpreso mentre aggrediva un vecchio. Il giovane non aveva niente o se già tutti i cittadini avevano nulla, lui aveva ancora meno.
Quel vecchio, era evidente, possedeva ancora molto, tutti i risparmi dei tempi in cui lavorava in borsa ed era riuscito a salvarsi, per poco, dalla crisi.
Il ragazzo correva, con gli occhi pieni di lacrime e il cuore pieno di terrore. Era nel panico e i due uomini che lo inseguivano, lo sapeva già da molto tempo, erano gli stessi che cercavano da almeno due anni di ristabilire, a modo loro, l’ordine in città.
Continuava a correre, in quei vestiti troppo larghi; girò nella via sulla sinistra…


“Ride the wings of pestilence”*

La luce era soffusa, strisciava al di sotto delle candide tende per colpire il pavimento piastrellato e diffondersi nella stanza. Era soffusa, debole, ma abbastanza forte per mostrare le pareti una volta color dell’acquamarina ed ora sporche. La porta era semiaperta e dava sulla camera da letto, lasciando intravedere lo scaffale con i cd dei From First to Last.
Era una camera ordinata, c’erano il già citato scaffale, il letto sempre rifatto bene con coperte che cambiava regolarmente, lo stereo che poche volte aveva tregua e l’armadio di ciliegio.
Passando dalla stanza alla camera, sembrava di visitare mondi completamente diversi, quasi opposti.
Quella stanza, perennemente vuota… Poche cose vi erano al suo interno, soltanto un tavolino e un mobiletto. I bordi inferiori delle tende bianche erano fradici, bagnati di un fluido che in principio era stato vivo e che adesso emanava un forte odore quasi agrodolce. Le pareti trasudavano anch’esse quel liquido, erano sporche di schizzi color amaranto, sanguinavano della linfa vitale di cui quel ragazzo, sempre stato introverso, privava quelli che una volta considerava amici. Da quando, anni prima, era stato abbandonato da tutti, dentro di lui era nato un sentimento di odio verso quelle persone che l’avevano tradito; quell’odio lentamente si era tramutato in follia omicida, aveva già macchiato il pavimento del sangue di quattro <<traditori>>, come lui li definiva.
La porta fece un rumore, era la serratura che si apriva. Il movimento fluido di quella barriera lignea mostrò una figura dagli occhi sempre tristi, con una maglietta bianca che ora faceva il verso ai muri, i pantaloni scuri fradici di fluido rosso che aderivano alle sottili gambe, il sangue che scorreva lungo le braccia. Gli stessi dettagli descritti da quella canzone che aveva ascoltato troppe volte del suo gruppo preferito.
Di fianco a lui, tenuto dalla sua ossuta e sottile mano per il cappuccio della felpa color cobalto, giaceva seduta la sua quinta vittima, con un profondo taglio che ora divideva la linea del collo dalla testa e gli occhi ancora sbarrati.
Trascinò nella stanza il corpo inerme…




*Il titolo è quello della canzone dei From First To Last, come accennato anche nel tema stesso, che rimanda anche a versi della canzone ["il sangue che scorreva lungo le braccia": "As blood races down my arm"]. Il dettaglio del sangue tinta amaranto, invece, l'ho preso da Il ritratto di Dorian Grey.

Shlemiel The Busto's Knig

Numero di messaggi : 3
Data d'iscrizione : 04.05.09

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